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Con la primavera, e precisamente dall’8 aprile, arrivano su The Open Reel on Demand due nuovi titoli disponibili in streaming e downloading: il messicano Carmin Tropical e l’argentino Heterophobia.

Opera seconda diretta da Rigoberto Perezcano (Norteado),  Carmin Tropical ha già all’attivo la partecipazione a più di 50 festival internazionali, tra cui Frameline di San Francisco, Chicago Film Festival, Viennale, Sarajevo Film Festival, Mix Brasil, Hamburg Film Festival, e, per l’italia, Milano Film Festival e Bari International Gender Film Festival e conta sui premi ricevuti al Festival di Morelia e all‘Outfest di Los Angeles. Tra le vendite all’estero segnaliamo le acquisizioni di SomosTV/HBO per gli Stati Uniti, e Filmbox Arthouse/SPI/Kino Polska, per l’Europa dell’Est.

Interpretato da Luis Alberti (Eisenstein in Messico), Juan Carlos Medellín, José Pescina, Marco Pétriz e Everardo Trejo, in Camin Tropical Mabel torna nel suo villaggio Juchitán natio per indagare sulla morte della sua migliore amica: Daniela. Come l’amica assassinata, Mabel è un Muxe, ovvero un uomo che ha deciso di essere donna. In un clima di strisciante odio, di fronte a un mondo che sembra essersi cristallizzato nel tempo, le indagini di Mabel avanzano tra vecchie foto, ricordi e scampoli di un idillio perduto. In un mondo desertico e arcaico, attraversato dalle traiettorie di personaggi ambigui e poetici, Rigoberto Perezcano compone un complesso mosaico di relazioni e tradimenti in cui si mescolano con intelligenza noir, melò, cinema documentario e thriller. Mentre i passi della sua protagonista Mabel avanzano nelle indagini, la pellicola si apre al respiro sensuale di un erotismo tropicale, ammaliante e crudele al contempo. Carmin Tropical è un noir anfibio che attinge alla tradizione poliziesca come al melodramma, dove l’odio per la diversità sessuale e la ricerca di una propria identità sono il filo doppio su cui intessere un intreccio complesso e magnetico. Uno sguardo che attraversa il passato di Mabel e Daniela, fatto di ricordi e i sogni infranti, mentre il carminio del titolo diventerà, scena dopo scena, il rosso di un rossetto, il colore del sangue o il segno indelebile di un sentimento dimenticato.  (Milano Film Festival, Andrea Lavagnini).

Dall’Argentina arriva invece il guerrilla Heterophobia, diretto da Goyo Anchou, figura di spicco tra i registi indipendenti argentini. Heterophobia vanta una prima Italiana al Torino Film Festival, diversi passaggi a festival LGBT, come Asterisco di Buenos Aires e Zinegoak di Bilbao e una distribuione messicana grazie alla piattaforma Cinema Uno.

In HeterophobiaMariano è un giovane gay attratto da un amico eterosessuale. Quando viene violentato e poi abbandonato da quest’ultimo, per lui è l’inizio di una lenta discesa agli inferi, un viaggio sentimentale dai risvolti drammatici. L’odio e la repulsione intorno a lui rendono la sua condizione ancora più insostenibile: inizialmente afflitto da un gravoso senso di colpa, presto si sente pervaso da un fortissimo desiderio di redenzione, dai risvolti messianici. In un’altalena di emozioni che lo precipitano in un universo parallelo, orrorifico e psichedelico, dominato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, Mariano sente dentro di sé che solo la castrazione lo può guarire. Ma, al termine di questo calvario personale, capirà che esiste un’unica soluzione: combattere con la rivoluzione il patriarcato su cui si regge la nostra società.